Giovanna Cosenza, Ingenere, Loredana Lipperini, Manuela Mimosa Ravasio, Marina Terragni, Lorella Zanardo
"Sarebbe bello che per questo Ottomarzo le cose andassero un po’ diversamente.
Che per una volta non toccasse alle donne elencare di tutti i guai causati a questo Paese da un’irriducibile “questione maschile”: il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere, l’applicazione di cospicue quote non scritte (tra l’85 e il cento per cento) a favore degli uomini.
Sarebbe interessante che stavolta fossero i nostri colleghi giornalisti, opinionisti e blogger, a dire “I care”.
A scrivere: la violenza e il femminicidio sono un mio problema, e rivelano l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio.
Come posta un lettore, Claudio Losio, sul blog “Il corpo delle donne”, commentando la vicenda della ragazza stuprata da un militare a L’Aquila (), “il quadro che ne esce ci riporta indietro di 30 anni, al documentario di Tina Lagostena Bassi sul processo per stupro. La giovane studentessa dell’Aquila è nostra figlia, dobbiamo trovare il modo di sostenerla e proteggerla”.
“I care”: è un mio problema di uomo lo sfruttamento commerciale e mediatico della bellezza femminile, che indebolisce le donne inchiodandole a stereotipi umilianti.
E’ un mio problema che l’agenda politica e quella economica siano decise quasi esclusivamente da vecchi maschi che bloccano qualunque innovazione per il loro vantaggio personale.
E’ un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo.
E’ un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini.
E serve anche il mio impegno perché le cose cambino.
Sarebbe bello."
"Sarebbe bello che per questo Ottomarzo le cose andassero un po’ diversamente.
Che per una volta non toccasse alle donne elencare di tutti i guai causati a questo Paese da un’irriducibile “questione maschile”: il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere, l’applicazione di cospicue quote non scritte (tra l’85 e il cento per cento) a favore degli uomini.
Sarebbe interessante che stavolta fossero i nostri colleghi giornalisti, opinionisti e blogger, a dire “I care”.
A scrivere: la violenza e il femminicidio sono un mio problema, e rivelano l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio.
Come posta un lettore, Claudio Losio, sul blog “Il corpo delle donne”, commentando la vicenda della ragazza stuprata da un militare a L’Aquila (), “il quadro che ne esce ci riporta indietro di 30 anni, al documentario di Tina Lagostena Bassi sul processo per stupro. La giovane studentessa dell’Aquila è nostra figlia, dobbiamo trovare il modo di sostenerla e proteggerla”.
“I care”: è un mio problema di uomo lo sfruttamento commerciale e mediatico della bellezza femminile, che indebolisce le donne inchiodandole a stereotipi umilianti.
E’ un mio problema che l’agenda politica e quella economica siano decise quasi esclusivamente da vecchi maschi che bloccano qualunque innovazione per il loro vantaggio personale.
E’ un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo.
E’ un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini.
E serve anche il mio impegno perché le cose cambino.
Sarebbe bello."
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