26 marzo 2015

Il viaggio in Rojava di 13 donne: la partenza.

Sono partita quasi all'improvviso, perchè ho deciso all'ultimo. L'ansia, la paura, lasciare a casa una preoccupatissima figlia, erano l'ostacolo al viaggio. Ma il viaggio era di quelli che nella vita ti potrebbero capitare una sola volta, e non andare proprio non si può. Quindi l'aereo, poi un altro aereo, ad incontrare le donne con le quali avrei condiviso questa esperienza.

Che belle che erano, che bello era tutto quello che mi circondava. La Turchia col suo odore di carne, la pioggia incessante, il tè a pranzo! E poi il bagno turco e nessun bidet (perchè nessuno ci copia il bidet?). Alice è il mio primo incontro. Siamo arrivate insieme all'aereoporto. Lei ha la telecamera. E' giovane e carina, col suo romano di borgata. Ha sonno e fame. Le avrà per tutto il viaggio. Poi Simonetta, secondo incontro, primo amore. Una donna energica, con quell'età che non si chiede alle signore. Per il resto potete domandarle qualsiasi cosa, di qualsiasi epoca. Lei c'era, ma c'era davvero, con tutta se stessa. E vi sembra di vederla, nel '76, o in quella manifestazione dell'89, mentre parla e parla e parla, e nel frattempo si perde la valigia, e poi la busta con i fermacapelli per le donne yazide, dov'è la busta di Simonetta?, e la bottiglia dell'acqua che abbiamo appena comprato.

Saremo in tredici, tredici donne che arriveranno in Rojava.


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